- Ven, 18/11/2016 - 15:49
Le istituzioni devono sempre più lavorare insieme per arrivare, il prima possibile, alla presa in carico di chi manifesta un disagio perché questo non si trasformi, nell’indifferenza generale, in un problema solo del singolo ma sociale.
Istituzioni politiche, forze dell’ordine, magistratura e amministrazioni insieme a scuole e famiglie sono chiamate a collaborare e portare attenzione su questi temi, oggi in modo particolare.
Intorno al tavolo per il dibattito si confronteranno: Fabrizio Rodin, presidente gruppo consiliare Pd Comune di Cagliari, Yuri Marcialis, assessore Pubblica istruzione e sport Comune di Cagliari, Matteo Piga, avvocato, Angela Quaquero, presidente regionale Ordine psicologi, Rossella Pinna, consigliere regionale Pd, Marzia Cilloccu, assessore Attività produttive e turismo Comune di Cagliari, Cristina Cabras, direttore del Master in Gender equality dell'Università di cagliari, Rossana Mura, consigliere comunale Pd.
I maltrattamenti e le violenze domestiche sono spesso consumate nel silenzio e la vittima si sente sola e senza possibilità di fuga. Riuscire ad intercettare il disagio innescato dai maltrattamenti, dalle violenze domestiche, con particolare riguardo a quelle assistite, offrendo spazi di ascolto, un intervento pronto ed efficace sono le migliori possibilità di arginare e ridurre questo fenomeno.
Il fenomeno del bullismo tra minori è sempre più al centro dell’attenzione dei mass media e dai social network, è diventato inoltre oggetto di ricerca e di studio da parte degli psicologi dello sviluppo. Ormai, quando si parla di giovani e giovanissimi, quasi sempre il tema è la violenza, la prepotenza e la prevaricazione esercitata dai “più forti” sui “più deboli”, generando preoccupazione tra i genitori e gli operatori educativi e rimandando spesso l’immagine di una generazione giovanile “a disagio”.
Il fenomeno del bullismo non nasce recentemente, ma oggi il fenomeno è cambiato, siamo di fronte a qualcosa di diverso, ci troviamo all’interno di una situazione socio - culturale nella quale le norme comportamentali sembrano essere “saltate” ed è più difficile intervenire.
Il bullo deve necessariamente essere inserito in un percorso che non sia solo punitivo ma che lo aiuti a recuperare quel disagio che lo costringe a manifestare con la violenza il proprio malessere e, in parallelo, chi subisce va sostenuto a recuperare l’autostima e trovare la forza di reagire ad un sistema di cui è rimasto vittima.
I comportamenti “bulli” possono assumere forme diverse e spesso dipendono dall’età dei ragazzi e dal genere, e trovano nel gruppo il loro terreno di azione principale.
Fenomeno diffuso, spesso sommerso, sono le vittime che non denunciano la situazione, prigioniere della propria incapacità a far fronte alle prepotenze.
Riuscire ad intervenire per tempo su maltrattamenti e bullismo può dimostrarsi un modo forte ed efficace per contrastare tutti i fenomeni violenti e quelli di genere e contro l’orientamento sessuale in particolare.